Note introduttive
Le ricette
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Il commissario
Lo Giudice non ama solo mangiare, ama soprattutto cucinare. Così aiutato, o forse è meglio dire sorvegliato, dal suo grosso gatto
nero dagli occhi gialli, come un grande chef, si lascia trasportare dalla propria passione per giungere alla creazione di elaborati
e deliziosi manicaretti, come quelli riportati in questa pagina e tratti dai due libri "Il
segreto del Professore" e "Il caso della donna scomparsa".
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"Mentre faceva questi ragionamenti, Saverio si era avvicinato al forno per
controllare la cottura dei sei piccoli dolcetti che stava cucinando. Si trattava di una ricetta che aveva inventato quella mattina
stessa: aveva amalgamato farina, lievito, tre uova, burro, latte, zucchero di canna, uvetta e pinoli e poi aveva infornato il composto,
dividendolo in sei formine rotonde. Il profumo era ottimo. Proprio nell'istante in cui aprì lo sportello del forno per saggiare con
uno stuzzicadenti il grado di cottura, il telefono trillò."
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"Il gatto emise un miagolio di protesta, ma si arrese al volere del padrone e si risolse
ad accovacciarsi nella sua morbida cuccia. Così Lo Giudice potè sistemare i muscoli in una larga teglia con poca acqua e farli sobbollire
lentamente a fuoco basso. [....] I muscoli avevano cominciato ad aprirsi, così Saverio spense il fuoco e prese ad eliminare una delle
due valve, trattenendo quella dove c'era il corpo del mollusco. Ora doveva solo aggiungere per ciascun muscolo una cucchiaiata del trito
fatto con prezzemolo, aglio, parmigiano, pepe nero, olio e pane grattugiato che aveva prima preparato, innaffiare il tutto con un mezzo
bicchiere di vino bianco dei colli di Luni, infornare e il suo piatto di muscoli alla raganata sarebbe stato pronto da gustare."
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"L'arrosto di maiale cuoceva lentamente nel forno. Il maresciallo Lo Giudice vi aveva
dedicato l'intera mattinata. Prima l'aveva marinato per un paio d'ore con vino bianco, alloro e ginepro. Poi vi aveva praticato
diversi fori, riempiti successivamente con un trito di rosmarino aglio e pepe; infine l'aveva sistemato in una pirofila oliata per bene,
l'aveva ricoperto con l'alluminio alimentare e l'aveva infornato. Ci sarebbe voluta almeno un'oretta prima di poter gustare il
risultato del suo lavoro. Il grosso gatto nero dagli occhi gialli se ne stava acciambellato sul cuscino di una sedia. Di tanto in
tanto si stiracchiava, dava un'occhiata in giro, per controllare che tutto andasse bene, e poi si risistemava comodamente per continuare
il suo tranquillo sonno."
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"Questa volta aveva optato per un piatto speciale, una volta tanto non di sua
invenzione, ma suggeritogli da Lollo, un amico pescatore. Si trattava della buzzonaglia di tonno in spezzatino con patate e formaggio.
Tanto per cominciare la buzzonaglia si ricava dallo scarto della lavorazione del tonno, si tratta della parte della carne del pesce
più vicina alla spina dorsale e quindi più irrorata di capillari e brutta a vedersi. Proprio per questa ragione la ricetta aveva
solleticato il palato del maresciallo: l'idea di recuperare qualcosa che di solito si butta via e farne una succulenta pietanza lo
stuzzicava alquanto. Aveva già fatto sfumare il soffritto col vino bianco e ci aveva incorporato un pizzico di curry, il pepe bianco e
il pomodoro. Ora doveva solo metterci le patate, far bollire per una quindicina di minuti ed in ultimo aggiungere la buzzonaglia e
spolverare il tutto con un bel po' di pecorino stagionato della Val di Vara. E qui c'era la seconda ragione che l'aveva convinto a
provare la ricetta quando Lollo gliene aveva parlato: ma chi l'ha detto che il pesce ed il formaggio non vanno d'accordo?"
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