La Spezia in giallo La Spezia in giallo

Racconti brevi

"Il caso di Mister X"

Il primario la guardò con aria perplessa:
- Un caso davvero singolare... il paziente non presenta alcuna patologia nè altre lesioni più gravi di questa banale lussazione della spalla. - Disse osservano la lucida lastra radiografica che teneva in controluce.
- Penserei a un trauma psicologico, a uno shock causato da qualche evento significativo...
- Sì, è l'unica diagnosi che mi pare sensata. Nella saletta dei medici ci attende il Maresciallo Parisi, che stà indagando su questa bizzarra vicenda.
Si incamminarono entrambi lungo il lindo corridoio ai lati del quale si aprivano le camere dei degenti. Il tipico odore di disinfettante, proprio degli ospedali, era il silente compagno di ogni angolo dell'edificio. Nella saletta dei medici, un piccolo locale spartanamente arredato, trovarono il Maresciallo ad attenderli.
Era un uomo scuro di carnagione e di capelli, con spalle larghe e di mole massiccia. Ma ciò che catturava l'attenzione erano i suoi occhi: due piccole perle nere di eccezionale mobilità che spioccavano come ardenti fiammelle, tra una fitta rete di rughe espressive.
- Io sono il Professore Luciano Luciani, Primario del reparto di neurologia, e questa è la Dottoressa Eloisa Foce, neuropsichiatra - disse il Primario entrando nella stanza con la mano tesa, mentre l'altro scattava in piedi con la solerzia e la compostezza propria dei militari:
- Piacere, sono il Maresciallo Parisi. Immagino che conosciate la ragione della mia visita...
- Certamente - riprese il Primario sedendo e facendo cenno ai compagni di fare altrettanto - ho portato con me la Dottoressa Foce, che è un'esperta in questo campo e le sarà di certo più utile di quanto gliene sarei io!
Il Maresciallo voltò i suoi acuti occhietti verso l'affascinante signora che gli sedeva accanto, calma e compunta.
- Vorrei sapere qual'è la sua diagnosi, Dottoressa.
- Eloisa si schiarì la voce, mentre tentatva di tradurre in parole il tumultuoso fiume di pensieri che le inondava la mente:
- È difficile essere precisi in un caso come questo - la voce era soffice e le frasi pronunciate con ritmica intonazione - il paziente non presenta alcuna patologia. Gli esami clinici non rilevano alcuna anomalia funzionale, ad eccezione di una lussazione di poco conto alla spalla destra, causata presumibilmente da una caduta o comunque da un trauma contusivo.
Il Maresciallo seguiva attentamente ogni parola, tanto che si sarebbe potuto pensare che respirasse con lo stesso ritmo con cui quelle venivano scandite.
- Capisco. Un grave incidente potrebbe forse spiegare la situazione, visto che sussiste questa frattura?
- No. Un incidente spiegherebbe certo la contusione alla spalla, ma non può essere all'origine dell'amnesia. Abbiamo sottoposto il paziente a tutti i rilievi del caso e non è stato evidenziato nulla di fisiologico che giustifichi una perdita di memoria di tali proporzioni.
- Bene. Avrei un'ottima domanda: è possibile che l'uomo finga, per una qualche ragione che ancora noi ignoriamo?
- Non mi sento di escluderlo, ma certo è una possibilità piuttosto remota: qualora si dimostrasse vera saremmo senza dubbio di fronte al miglior attore di tutti i tempi! Se posso esprimere la mia opinione, ritengo che all'origine dell'amnesia ci sia una causa psicosomatica... Sarebbe stupito, Maresciallo, di sapere che portata hanno certi meccanismi autodifensivi del nostro inconscio!
Ma il Maresciallo non sembrava stupito; egli, nel corso della sua carriera, aveva conosciuto i lati più oscuri della personalità umana ed aveva imparato a tenerne conto e a considerarli come dati di fatto:
- Talvolta un uomo di legge può conoscere l'indole umana quanto uno psichiatra... - disse serafico e poi aggiunse - vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato. A presto.
- Il Maresciallo si congedò uscendo dalla stanza con un sorriso soave e la bronzea fronte corrugata in un atteggiamento assorto.

Le colline somigliavano a gigantesche perle di giada di un verde a tratti intenso a tratti sbiadito; mentre piccoli lapislazzuli blu comparivano disordinatamente a tracciare il corso di un ribelle torrentello gorgogliante.
Eloisa adorava la campagna: quella piccola casetta di legno sommersa dagli odorosi fiori di biancospino e dalla rigogliosa edera rampicante, costituiva da sempre il suo rifugio preferito. Quella calma ovattata l'aiutava a ragionare. Non poteva non pensare a quell'omone della apparente età di circa trent'anni che giaceva abbandonato in un letto d'ospedale senza sapere più nulla di sè: un vaso cui è andato perso il suo prezioso contenuto!
Che strane sorprese può riservarci il destino!
Tutto ciò che sapevano riguardo a quel poveretto era quello che aveva raccontato l'attonito Brigadiere che l'aveva soccorso, incontrandolo per caso, mentre, confuso e spaventato, girovagava senza meta. L'uomo non aveva con sè alcun documentonè altro che ne potesse indicare l'identità, fatta eccezione per una piccola ma sorprendente borsa da viaggio che conteneva ben centocinquantamila euro in banconote e della quale egli non sapeva dare nessuna spiegazione.
Il sole giocava a fare capolino fra le frondose chiome di alberi secolari, disegnando strane ombre sull'erba bagnata dalla rugiada.
Eloisa era un medico che aveva scelto la propria professione per pura e semplice vocazione, per la gioia di aiutare chi soffre e di ridare speranza ai disperati.
Ma nel caso di quell'uomo... c'era poco da fare: in che modo ridare luce a quello sguardo spento, come riempire la sua mente vuota, straniera in un mondo per lo più incomprensibile?

Il Maresciallo Parisi osservava il soggetto delle sue indagini, con l'aria dello scienziato che guarda attraverso il microscopio.
L'uomo se ne stava supino, le muscolose braccia distese lungo il corpo e lo sguardo assente, perso nell'incredibile ampiezza di una memoria completamente vuota. Era un caso estremamente delicato: nessuno aveva denunciato la scomparsadi una persona che rispondesse alle sue caratteristiche, nè c'era un modo di sapere chi fosse, visto che lui non lo ricordava... Inoltre l'uomo sembrava del tutto normale, se si prescindeva dall'amnesia... E poi c'era il problema dei centocinquantamila euro: potevano essere frutto di qualche reato, oppure essere di proprietà di quello sventurato... Come arrivare alla verità?
Il Maresciallo sospirò, leggermente a disagio: l'incrollabile linda austerità degli ospedali l'opprimeva non poco; la severa solerzia delle infermiere gli infondeva una spiacevole sensazione di soffocamento.
Uscì nel parco per riprendere fiato. Stormi di uccellini cinguettavano beati, nascosti fra le foglie dei rami robusti: a loro poco importava se l'albero che li ospitava sorgeva in aperta campagna o nel giardino di un vecchio ospedale.
Parisi ripensò alla tragedia di quell'uomo: essere sconosciuti a se stessi doveva essere tremendo... Eppure, eppure non riusciva a provar pena per quel tipo: qualcosa nel suo atteggiamento lo lasciava interdetto; i medici avevano praticamente escluso la possibilità che egli fingesse l'amnesia, però...

DUE ANNI DOPO


DDietro la sua disordinatissima scrivania il Maresciallo Parisi fumava un odoroso sigaro, imprecando mentalmente perchè non riusciva a trovare l'incartamento che gli serviva.
Fu allora che, casualmente, gli capitò fra le mani la pratica denominata "Caso Mister X". Ripensò a quella curiosa vicenda, il cui protagonista aveva perduto completamente la memoria. Dopo lunghe, ma inesorabilment infruttuose, ricerche per dare una identità a Mister X, si era giunti alla conclusione di affidargliene una d'ufficio. E soprattutto gli furuno restituiti i centocinquantamila euro, dal momento che nessun furto che ammontasse a una tale cifra fu mai denunciato.

Così quell'omone apparentemente goffo e attonito, ora vive da qualche parte con una identità nuova di zecca e un bel gruzzoletto in banca: se egli sia un povero sventurato o un abilissimo truffatore non ci è dato saperlo.